Curatore: Rino Drogo.
Le linee inconfondibili, l’iconicità, la riconoscibilità a colpo d’occhio e poi ancora le emozioni, il desiderio di libertà e il guidare con il vento nei capelli; la Vespa ha tutte le qualità per essere considerata un’opera d’arte.
Dalla sua apparizione, avvenuta nel marzo 1946 alla Fiera della Meccanica di Torino, lo scooter italiano più amato del mondo ha ottenuto molti riconoscimenti e i suoi modelli più classici sono contesi da collezionisti di design, gallerie e musei. Partiamo subito dalla vetta, il tempio dell’arte moderna, il MoMA (Museum of Modern Art) di New York in cui la Vespa modello GS 150, progettata dall’ingegnere Corradino D’Ascanio nel 1955, ha il suo posto d’onore nella collezione. Ma la Vespa ha un posto fisso anche al Museo del Design della Triennale di Milano, dove sono stati esposti pezzi particolari di collezioni private, e in molti altri musei del design in giro per il mondo, nelle gallerie d’arte e nelle case d’asta che battono i suoi pezzi storici a cifre consistenti. Davvero un grande successo per uno dei simboli del Made in Italy da quasi 80 anni.
Nella prima mostra in Slovacchia dedicata a questa leggenda italiana sono esposti, al Castello di Bratislava, modelli della Vespa di varie epoche, a partire da uno dei primi esemplari costruiti nel 1946, ma anche disegni originali dei brevetti e poster pubblicitari, provenienti dalla Collezione Marco Fumagalli. La collezione, di cui si sono occupati negli anni riviste e numerose televisioni nazionali ed estere, è esposta in un museo privato a Seregno che contiene oltre 200 esemplari di Vespa appartenenti a più epoche, insieme a pezzi pregiati come i disegni del primo modello creato da D’Ascanio e un’ampia collezione di placche celebrative dei raduni in Italia e nel mondo. E ancora: poster pubblicitari rari e giocattoli d’epoca.
Oltre a questo, nella mostra a Bratislava, ci sono prestiti concessi da Vespa Klub Slovakia e Vespa Košice, con modelli creati in questo secolo, tra cui una Vespa Primavera Touring, protagonista di lunghi viaggi in Europa, tra cui uno che ha portato il suo proprietario fino in Marocco.
Il curatore, Rino Drogo, è stato direttore del Motor Show di Bologna, ed è un esperto di comunicazione anche in ambito automobilistico, settore dove ha lavorato per circa 20 anni per il Gruppo Fiat.
L’esposizione al Castello di Bratislava fa da apripista, con un po’ di anticipo, alla XVIII. edizione del festival italiano in Slovacchia “Dolce Vitaj”.