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Roberto Capucci – Dal tratto al tessuto

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Curatore: Enrico Minio Capucci

Dopo la mostra “Roberto Capucci. Seriche armature”, conclusasi il 16 aprile 2023 presso il Labirinto della Masone di Parma, la creatività e il genio del grande stilista italiano Roberto Capucci arrivano al Museo Nazionale Slovacco di Bratislava, in una selezione di disegni di moda abbinati a due bellissimi abiti femminili.

Nel 1951, a soli vent’anni, Roberto Capucci inaugura a Roma il suo primo atelier, attestandosi sulla scena dello stile italiano come un vero e proprio enfant prodige. I suoi studi artistici, culminati all’Accademia di Belle Arti di Roma, gli consentono di trasfondere nel proprio lavoro la visione che deriva dalla conoscenza della storia dell’arte, lo spirito di ricerca e l’innovazione che vengono dallo studio delle tecniche pittoriche e plastiche, del disegno, della grafica.

Proprio l’originalità delle sue creazioni gli meriterà, a soli 26 anni, l’apprezzamento di Christian Dior, che in un’intervista a Vogue lo definirà “il migliore creatore della moda italiana”.

Nel 1958 i suoi abiti sono un’autentica rivoluzione tecnica e stilistica, che gli vale a Boston l’Oscar della Moda – Filene’s Young Talent Design Award – quale migliore creatore di moda, insieme a Pierre Cardin e James Galanos.

In quelli anni Capucci è il primo stilista non americano a vestire Marilyn Monroe, per cui crea un abito da sera “super-slim” e altri vestiti da sogno.

All’inizio degli anni Sessanta la critica francese accoglie entusiasticamente le sue sfilate parigine, che lo portano ad aprire nel 1962 un atelier a Parigi.

Il 1968 vede il suo definitivo rientro in Italia, nell’atelier di via Gregoriana a Roma, dove presenta le sue collezioni nell’ambito del calendario della moda organizzato dalla Camera Nazionale della Moda Italiana e, nello stesso anno, disegna i costumi di Silvana Mangano e di Terence Stamp per il film Teorema di Pier Paolo Pasolini.

Tra le sue innumerevoli creazioni ricordiamo anche l’abito in velluto viola intenso, ispirato ai colori profondi del Caravaggio, indossato da Rita Levi-Montalcini in occasione del conferimento del Premio Nobel per la medicina del 1986.

Il lavoro di Capucci esporta l’originalità italiana in tutto il mondo, fino ai musei di New York, Parigi, Berlino, Pechino, Madrid, Vienna, Mosca, e ora anche Bratislava.

Gli abiti di Roberto Capucci sono come opere d’arte, i suoi tessuti sono materiali da modellare, al di là e al di fuori delle logiche commerciali delle riviste e delle sfilate di mode, perché “chi è alla moda è già fuori moda”.

Nella mostra al Museo Nazionale Slovacco di Bratislava sarà possibile ammirare dal vivo due abiti che appartengono alla fase dell’evoluzione creativa del Maestro degli anni Ottanta e Novanta, contraddistinti da forme ardite, capaci di superare i limiti tecnici imposti dai materiali.

Si tratta di due creazioni molto strutturate, che partono da concetti ben precisi, espressi attraverso volute di plissé o applicazioni di stampo quasi architettonico: per questo motivo si può parlare di creazioni concettuali, confezionate a partire da un’idea, da un’ispirazione profonda che trova espressione attraverso il tessuto, che assume così una funzione analoga a quella della tela per un pittore o del blocco di marmo per uno scultore.

Ad accompagnare questi abiti, una selezione di quarantasei illustrazioni e bozzetti del Maestro, appartenenti a questo specifico periodo, che testimoniano l’importanza che per lui ha sempre rivestito il disegno, fin dai primi studi al Liceo Artistico.

La Fondazione Capucci nasce nel 2005, con l’Associazione Civita, con lo scopo di preservare l’archivio di Capucci, ricco di 450 abiti storici, 500 illustrazioni firmate, 22.000 disegni originali, una rassegna stampa completa e una vasta fototeca e mediateca, ora ospitate a villa Manin a Passariano, in provincia di Udine.

Inaugurazione 15 giugno, ore 17:30.