Presentazione di Michal Denci in occasione dell 100° anniversario della nascita di Leonardo Sciascia. In lingua slovacca.
Questo anno così complesso per motivi a tutti noti, merita che lo si celebri anche e soprattutto per ricorrenze felici, come quella della nascita di Leonardo Sciascia, avvenuta l’8 gennaio 1921, in un angolo di Sicilia (Racalmuto) di saline e zolfare, dove gli sarebbe potuto toccare un avvenire da sarto – seguendo le orme di uno zio – se la sorte non avesse avuto in serbo per lui altre trame.
Pirandello lo avrebbe sempre accompagnato – raffigurato nella foto con cornice d’argento sullo scrittoio, accanto alla macchina da scrivere Olivetti Lettera 22 e all’immancabile pacchetto di sigarette – offrendogli un modello di ricerca della verità attraverso la parola. Per Sciascia, lo scrittore è infatti colui “che vive e fa vivere la verità”.
Figura eminentissima del panorama intellettuale del Novecento, la sua è una storia di chi resta. Tentato come molti altri dalla fuga dalla Sicilia, non si è però allontanato dalla terra d’origine mai per lungo tempo, e anzi della sua isola ne ha fatto un punto di osservazione ideale e una metafora del mondo.
Leonardo Sciascia è stato tante cose: scrittore, saggista, giornalista, politico, ma a guardare la sua vita da un’angolazione diversa, si può scoprire che buona parte dell’esistenza l’ha spesa sui libri degli altri, attraverso il mestiere di editore. La sua avventura editoriale inizia nel 1945 a Caltanissetta, con un suo omonimo, Salvatore Sciascia, fondatore di una casa editrice e poi di una rivista, “Galleria”, di cui gli affida le sorti: è così che avvengono i primi e più importanti incontri letterari, con Calvino, Pasolini, Roversi e altri.
Di Sciascia citiamo solo alcune opere, tra le più note: Il giorno della civetta, il libro forse più conosciuto dell’autore, che racconta in un sapiente stile l’omicidio del sindacalista Accursio Miraglia da parte della mafia; il saggio romanzato Morte dell’Inquisitore, violenta accusa al revisionismo cattolico che celebra la libertà di pensiero come valore irriducibile; A ciascuno il suo, potente denuncia del conformismo e dell’omertà; Todo Modo, giallo colto e politicamente graffiante; La scomparsa di Majorana, tra i libri prediletti dallo stesso autore, un’opera che sfugge agli schemi, un saggio filosofico narrato anche in questo caso come un giallo.
Sciascia è inoltre il primo scrittore ad aver spalancato le porte della letterarietà alla critica della mafia.
Il tema della giustizia è sempre stato centrale nell’opera di Sciascia. Nella sua vastissima produzione, il nodo cruciale è sempre la ricerca della verità e della giustizia, perseguita con uno spirito critico di solido stampo illuminista.
Non possiamo non ricordare come la popolarità delle opere di Sciascia sia dovuta anche a felici trasposizioni cinematografiche: Il giorno della civetta di Damiano Damiani (1968) e due film del grande Elio Petri, A ciascuno il suo (1967) ma soprattutto l’impressionante Todo Modo (1976), nella cui libera reinterpretazione del romanzo si mostra, con inquietante premonizione, l’omicidio di Aldo Moro, interpretato da Gian Maria Volonté.
Concludiamo con una saggia citazione di Sciascia, tratta da Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia, “Tutto quello che vogliamo combattere fuori di noi è dentro di noi; e dentro di noi bisogna prima cercarlo e combatterlo”.
Questo evento anticipa la proiezione online su Kino Doma del sopracitato film “Il giorno della civetta” del 20.3.2021.
Michal Denci (Bratislava), da sempre interessato alla cultura, ha studiato musica, teatro e produzione cinematografica all’Università di Firenze. Durante gli studi in Italia, ha inoltre collaborato con un ensemble teatrale universitario non professionista. Con la sua tesi di Laurea, il cui argomento erano gli aspetti artistici e la produzione nel teatro slovacco del XX secolo, ha vinto il “Premio Bardazzi” assegnato alle migliori opere universitarie dell’anno. Dopo il ritorno in Slovacchia, ha seguito diversi progetti al Teatro Arena di Bratislava, dove ha ricoperto la carica di produzione e assistente alla regia. Successivamente ha lavorato con l’Istituto Italiano di Cultura per la realizzazione di iniziative culturali, tra cui un evento dedicato a Pirandello presso il Teatro Nazionale di Bratislava. Ha poi fatto il dottorato, presso DF VŠMU, Facoltà di Teatro dell’Accademia delle Arti Performative di Bratislava, con una tesi sul teatro italiano del XX secolo. Nell’ambito della sua tesi, si è dedicato alla traduzione di testi teorici di alcuni drammaturghi italiani. Dal 2019 è project manager del Teatro LUDUS di Bratislava e docente all’Accademia delle Arti Performative di Bratislava.