Conferenza in italiano con sottotitoli in slovacco che si svolge nell’ambito del ciclo di incontri dedicato ad alcuni grandi artisti moderni italiani.
“Ciò che serve in particolare è una grande sensibilità: considerare ogni cosa nel mondo come un enigma…Vivere come in un immenso museo di cose strane”. Così si è espresso Giorgio De Chirico, che ha realizzato dipinti di piazze popolate da figure spettrali e ombre, unendo insieme prospettive volutamente distorte e piani inclinati. Questi claustrofobici paesaggi onirici, con la loro atmosfera di malinconia e di inquietante minaccia, hanno affascinato l’avanguardia francese degli anni 10 del XX secolo ed in seguito hanno ispirato i Surrealisti.
Giorgio De Chirico è’ nato nel 1888 a Volos (Grecia). Nel 1905 muore il padre e l’anno dopo la famiglia si trasferisce in Germania dove Giorgio frequenta l’Accademia di Belle Arti, entra in contatto con la cultura tedesca, legge Schopenhauer e Nietzsche, si appassiona all’arte antica e studia il pittore simbolista Arnold Böcklin.
Trasferitosi a Firenze, due anni dopo il ritorno in Italia, subisce l’influenza di Giotto e della pittura primitiva toscana, indirizzandosi verso una rappresentazione ricca di impianti prospettici e di costruzioni a forma di arcate.
Nascono così i suoi primi quadri metafisici, gli “Enigma”, dove cerca di mettere su tela le sensazioni che vive, tra cui la malinconia delle giornate d’autunno, nelle città italiane.
Nell’estate del 1911 Giorgio De Chirico si sposta con la madre ed il fratello Alberto a Parigi dove a contatto con gli ambienti dell’avanguardia artistica e culturale francese, inizia la sua lunga carriera.
Le opere di Giorgio De Chirico vengono notate da Pablo Picasso e dal poeta Guillaume Apollinaire e grazie alla loro amicizia entra nella cerchia degli intellettuali parigini.
In occasione di una mostra di sue opere, Apollinaire recensisce i quadri di De Chirico utilizzando per la prima volta il termine “Metafisico”.
Pubblico e critica sono d’accordo nell’elogiare le sue qualità creative, i lavori del giovane Giorgio De Chirico vengono commentati da tutti i giornali dell’epoca.
Nel 1916, dipinge i suoi primi “Ettore e Andromaca” e “Le Muse inquietanti”, precisando i canoni della “Pittura Metafisica”.
Nel 1918 si trasferisce a Roma dove espone nelle sale del giornale “Epoca”, insieme a Prampolini, Carrà e Soffici.
Le visioni architettoniche, le piazze d’Italia, le statue solitarie, gli oggetti avvicinati da inquietanti suggestioni, i manichini che riempiono gli spazi pittorici di De Chirico vengono apprezzati dai Dadaisti e dai Surrealisti, quale fonte delle loro ricerche e creazioni, ma anche dagli artisti tedeschi del “Realismo Magico”, quelli del “Bauhaus” e della “Nuova Oggettività”.
Giorgio de Chirico dopo una carriera strepitosa muore a Roma nel 1978.
Oltre al mondo dell’arte, l’influenza di De Chirico può essere vista in tanti aspetti del mondo moderno, nelle pellicole del regista Michelangelo Antonioni, negli scatti di tanti fotografi, nella moda ed addirittura nel videogioco Ico per la Playstation 2. Mentre il romanziere Sir V. S. Naipaul ha preso in prestito il titolo di uno dei suoi dipinti, The Enigma of Arrival (L’enigma dell’arrivo), per uno dei suoi libri.
Gian Luca Bianco (Milano, 1967) regista, artista, autore. Ha all’attivo regie di film e documentari, produzioni teatrali e la scrittura di alcuni libri. Realizza e cura mostre d’arte in Italia e all’estero, recentemente si è concentrato, dal 2016, sull’idea del frammento dal quale è sorta un ciclo di opere denominate Imbilico, una profonda riflessione attorno al tema della distruzione e della perdita sia degli affetti che materiale. Tale progetto è stato presentato a Milano, Monza, Gubbio, Macerata, Perugia, Innsbruck, Barcellona, New York, Dusseldorf ecc. E’ inoltre consulente artistico. Ha vissuto vari anni a New York immergendosi nella dimensione urbana di questa metropoli. Adesso risiede in Umbria, ad Assisi.