La proiezione si svolge nell’ambito del secondo ciclo di “Filmový kabinet” di Kino Lumière sul tema Alla ricerca dell’immagine cinematografica del mondo.
Regia: Vittorio De Sica • Sceneggiatura: Cesare Zavattini, Vittorio De Sica, Suso Cecchi D’Amico, Oreste Biancoli, Adolfo Franci, Gerardo Guerrieri • Fotografia: Carlo Montuori • Con: Lamberto Maggiorani, Enzo Staiola, Lianella Carell, Gino Saltamerenda
Una trama semplice – il furto di una bicicletta che funge da mezzo di trasporto per il lavoro – è in realtà una sineddoche atta a presentare una serie di problemi sociali nell’Italia post-fascista. Nonostante l’uso di molte tecniche narrative appartenenti al cinema hollywoodiano, quello che si dipana davanti ai nostri occhi è un quadro di vita quotidiana. Il problema etico e sociale di andare oltre la mera salvaguardia dell’esistenza e voler preservare la dignità umana è una naturale conseguenza della direzione intrapresa dal regista Vittorio De Sica e dallo sceneggiatore Cesare Zavattini, principale teorico del neorealismo, che ha scelto di dare fondamenta umanistiche al movimento.
Gli anni Quaranta non portarono solo grandi progressi tecnologici, ma anche importanti mutamenti nell’ordine mondiale. Il cinema italiano rispose a questi cambiamenti cercando di offrire nei film una realtà il più autentica e vissuta possibile. A livello concettuale, il neorealismo cercò di eliminare qualsiasi estetismo che potesse abbellire la realtà presentata. Lo sforzo di raggiungere ciò che J. M. Lotman chiama l’estetica della sottrazione, fu così intenso che il neorealismo finì per esaurirsi creativamente, continuando però ad ispirare i teorici per molto tempo a venire.
La proiezione sarà preceduta da un intervento sul tema dell’archiviazione della realtà.