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Fellini, la Dolce vita e alcuni anni ruggenti del cinema italiano

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Partendo dalla mostra “Fellini e la Dolce Italia” visibile al Museo Nazionale Slovacco di Bratislava fino al 29 novembre 2020, negli stessi spazi, circondati da manifesti cinematografici originali e opere d’arte collegate a Fellini e agli anni d’oro del cinema della Dolce vita, alcuni esperti e appassionati del grande schermo parleranno di Fellini e di altri registi italiani – come Vittorio De Sica, Luchino Visconti, Paolo Pasolini, Marco Bellocchio, Mario Monicelli, Michelangelo Antonioni e altri – che dalla fine degli anni ’50 e durante gli anni ’60 stavano creando delle pellicole, simbolo di un epoca indimenticabile che avrebbero influenzato non solo il cinema mondiale, ma anche altri aspetti della vita e della cultura.

Fellini, principale argomento di questo incontro, durante la sua carriera ha inventato un immaginario sospeso tra sogno e realtà, tra desideri e ossessioni, reinterpretando la provincia romagnola, dove era nato, arrivando ad un realismo fatto d’incanto che ha reso tutta la sua produzione un classico del cinema.

Questo percorso artistico lo ha portato ad ottenere ben 5 premi Oscar per La strada, Le notti di Cabiria, 8 ½, Amarcord e, nel 1993, anche uno alla carriera. L’ultimo premio verrà ritirato a Los Angeles con un sentito discorso di ringraziamento davanti all’Academy mostrando tutto l’amore e la devozione nei confronti della moglie Giulietta Masina.

L’evento si tiene nell’anno in cui viene festeggiato il 100° anniversario della nascita di Federico Fellini.

Relatori:

Paolo Speranza, storico del cinema, Direttore della storica rivista “Quaderni di Cinemasud”, collabora a periodici nazionali e riviste culturali europee. Ha scritto e curato volumi di cultura cinematografica, storia contemporanea, letteratura meridionalista, tra cui “Operai neri di sogni – il lavoro, le lotte, le utopie negli scrittori irpini del ‘900”, “Un avventura neorealista. Il film”, “La Rossa Montella. Storie, protagonisti, documenti di una tradizione politica e culturale”,“Una corsa da leggenda. Il giro d’Italia in Irpinia” e “Poeti al confino”.

Tiziana D’Amico, docente di lingua e letteratura ceca all’Università di Venezia Ca’ Foscari, si occupa di traduzione audiovisiva dallo slovacco e dal ceco, ha collaborato come traduttrice con il Literárne informačné centrum (Centro di informazione letteraria) di Bratislava e lo Slovenský filmový ústav (Istituto cinematografico slovacco). Scrive inoltre per varie riviste cinematografiche tra cui «Kino-Ikon» e «Quaderni di Cinemasud».

Enrico Minisini, collezionista e conoscitore di cinema italiano e internazionale è il fondatore dell’Archivio Minisini di Cividale del Friuli, composto da decine di migliaia di materiali originali su carta, collegati alla promozione di film italiani, in particolare degli anni ’50, ‘60 e ’70. L’Archivio collabora da anni con istituzioni e musei per la realizzazione di eventi, tra questi si ricorda anche un’esposizione tenuta a Miliano in occasione dell’Expo 2015.

E’ necessaria la prenotazione. L’incontro verrà trasmesso anche in diretta tramine la pagina FB dell’Istituto Italiano di Cultura di Bratislava.

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