Questo sito utilizza cookie tecnici, analytics e di terze parti.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookie.

Preferenze cookies

Tesori del cinema ritrovato: “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, r. E. Petri

coverlg

Proiezione del film, premio Oscar e vincitore di due premi al Festival di Cannes 1970. La pellicola, recentemente restaurata dalla Cineteca di Bologna, viene introdotta da Guy Borleé, curatore della Cineteca di Bologna e coordinatore del Festival “Il Cinema ritrovato”. L’evento ricorda inoltre l’uscita del film che avvenne cinquant’anni fa, esattamente il 12 febbraio 1970.

Italia, 1970, 115 min. in italiano con sottotitoli in slovacco e inglese, DCP
regia: Elio Petri
sceneggiatura: Elio Petri, Ugo Pirro
fotografia: Luigi Kuveiller
musica: Ennio Morricone
con: Gian Maria Volonté, Florinda Bolkan

Nel giorno della sua promozione all’ufficio politico, l’ispettore capo della squadra omicidi di Roma uccide la propria amante, Augusta Terzi; subito dopo l’omicidio, l’uomo lascia sul luogo del delitto una serie di indizi che riconducono direttamente a lui ed infine telefona alla polizia. Le indagini hanno inizio, ma nessuno dei suoi colleghi arriva a sospettare che il loro capo possa essere implicato nel caso. È difficile classificare il film di Petri in un singolo genere: “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” è, al tempo stesso, un poliziesco, un thriller psicanalitico, un “giallo alla rovescia”, una commedia nera ed un pamphlet satirico. Si tratta di uno dei film italiani più significativi degli anni Settanta. La condanna della corruzione e dell’elitarismo ha superato a sua volta i confini dell’Italia ed è un tema attuale anche oggi.

…Autore atipico del panorama cinematografico nazionale, Elio Petri è stato il regista che più di ogni altro è riuscito a raccontare gli anni 60 e 70 dell’Italia proletaria e piccolo borghese, con le sue contraddizioni di fondo, utilizzando sempre con maestria un complesso linguaggio cinematografico fatto di una scrittura solida e stratificata e di una messa in scena controllata e funzionale. “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” compone una trilogia con “La classe operaia va in paradiso” e “La proprietà non è più un furto” che vide la collaborazione alla sceneggiatura e all’ideazione narrativa tra il regista romano e Ugo Pirro. Il sodalizio tra i due si basò sulla comune necessità di raccontare le trasformazioni della società italiana in atto e lo scontro di classe nelle sue diverse espressioni. Tutto questo all’interno di stilemi e temi che però elevarono i film dal contesto meramente storico, rendendoli universali e superando le barriere geografiche e temporali. In particolare, “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” è interessante per differenti motivi: come esempio di cinema politico, dichiaratamente di denuncia; per l’accurata analisi e narrazione psicologica dei personaggi; per l’utilizzo conscio delle potenzialità ludiche della macchina-cinema.

…L’interesse principale era mostrare l’esercizio del potere da parte dello Stato in una messa in scena che rispettava le regole estetiche e l’utilizzo drammaturgico del linguaggio cinematografico. Petri, pur essendo un regista di area marxista, fu osteggiato e criticato anche dalla sua parte proprio per questa suo voler fare comunque “arte” utilizzando tutti i meccanismi, anche spettacolari, che la macchina cinema gli metteva a disposizione. Non faceva del cinema “realista”, ma rappresentava e narrava personaggi complessi in situazioni piene di sovrastrutture. Il suo film entra all’interno di un sentire del cinema internazionale, rendendo “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” un’opera universale e fruibile da chiunque. Ed è interessante vedere come alcuni aspetti trattati nel film di Petri si intravedano in qualche modo nel cinema americano della New Hollywood. Si possono trovare, ad esempio, più di un’assonanza tematica in film coevi come “Una squillo per l’ispettore Klute” di Alan J. Pakula, “I tre giorni del Condor” di Sydney Pollack, “La conversazione” di Francis Ford Coppola, che dimostra quanto questo film sia stato più amato all’estero, in particolare dai cineasti statunitensi.
(tratto dalla recensione di Antonio Pettierre, Ondacinema.it)

Il film venne accolto con grande entusiasmo sia dal pubblico che dalla critica. Nel 1970 ricevette l’Oscar per il miglior film straniero, il Grande premio della giuria e il Premio FIPRESCI al Festival di Cannes, nel 1971 venne nominato ai Premio Oscar nella categoria miglior sceneggiatura.

  • Organizzato da: Istituto Italiano di Cultura di Bratislava